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Celiachia, un mercato inesplorato!

Celiachia, un mercato inesplorato!

Negli ultimi anni si è osservato un enorme aumento nel numero delle diagnosi di celiachia: una forma di intolleranza al glutine, proteina presente nel frumento e in alcune qualità di cereali come il farro, l’orzo e la segale.
Ad oggi, la celiachia è l’intolleranza alimentare più frequente in Italia con più di 172000 diagnosi, con un tasso di crescita riscontrato nel periodo 2012-2014 del 15%; circa 10000 casi in più ogni anno; questi dati ufficiali non dovrebbero comunque rispecchiare la reale grandezza del fenomeno.
L’italia, infatti, presenta uno dei tassi di incidenza maggiore a livello globale con un tasso dell’1% ponendoci al primo posto in Europa e al secondo posto al mondo (sahara 1,4%).
Questi individui sono localizzati prevalentemente nel centro-nord/nord con la Lombardia ad avere il record per individui con diagnosi di celiachia (circa il 17% delle diagnosi italiane).

Il mercato ha recepito il trend ed ha registrato una crescita spaventosa, passando dai 165 milioni di euro del 2007 ai 260 (milioni di euro) del 2011 (Dati Nielsen), un salto del 57%.
il numero delle aziende operanti nel settore è più che raddoppiando superando quota 600 nel 2016 (nel 2007 erano poco più di 250); in questo scenario, l’azienda alto-atesina Dr. Schär è leader assoluto del mercato italiano ed europeo con una market share del 40% circa.

 

mercato gluten freeI retailer specializzati (farmacie, store specializzati) sono quelli che maggiormente hanno beneficiato della performance del mercato con circa il 60% del valore con la GDO che si è affacciata tardi vista anche la scarsa presenza di aziende produttrici.
In questo scenario cosi roseo, però, si riscontra un bassissimo tasso di adozione di prodotti senza glutine all’interno delle piccole realtà commerciali.
La maggior parte di bar, gelaterie, rosticcerie ecc infatti non ha nessun tipo di prodotto compatibile con la dieta senza glutine.
Le motivazioni di questa “non scelta” sono molteplici: a partire dalla scarsa percezione del fenomeno alla semplice “paura” di mettere a rischio la salute di un avventore.
anche a livello legislativo ci sono delle limitazioni poste alle attività del settore HORECA che vogliono ottenere il riconoscimento dell’AIC (associazione italiana celiachi); queste sono obbligate dalla legge a lavorare in 2 ambienti separati i prodotti con glutine e quelli senza per evitare le contaminazioni.
Molte attività si sono affrettate a mettersi in regola e anche alcuni colossi dell’alimentazione come Mc Donald, ha inserito nella propria offerta prodotti senza glutine.

mcdonalds marketing
Un soggetto celiaco, fino a qualche anno fa, era pesantemente limitato nella scelta di un ristorante dove poter andare a mangiare con gli amici il sabato sera, costringendo spesso questi a consumare il pasto a casa.
La domanda di prodotti gluten free però, sorprendentemente, non è limitata alle persone con reale intolleranza alimentare.
Una caratteristica nei consumi nella nostra epoca è la sempre maggior attenzione nelle scelte di alimentazione e nel mantenimento di uno stile di vita sano e genuino.
Blog e siti internet pullulano di articoli e ricerche che dipingono il glutine come uno dei mali del mondo, spronando le persone ad acquistare prodotti con farine gluten-free, considerate più salubri e genuine creando una domanda molto importante di questo tipo di prodotti anche per persone che in realtà non hanno nessun tipo di patologia connessa.
Adottare soluzioni compatibili con queste problematiche alimentari può portare anche alle attività commerciale un vantaggio competitivo, consistente in un incremento dei clienti e un maggior tasso di fedeltà di questi.
Oltre a questo si possono avere dei vantaggi dal punto di vista dell’immagine dell’azienda, dimostrando al mercato di avere a cuore la salute dei nostri clienti e del pianeta e di essere a favore di uno stile di vita MIGLIORE.

Mattia Ciancarella
Junior Marketing Specialist @Up2Lab

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