Dopo un anno dal primo annuncio, Facebook conferma l’arrivo dello strumento “Clear History” ed avvisa i marketers del fatto che potrebbe impattare il targeting e di conseguenza
le aziende dovranno modificare le loro strategie di marketing.
Lo strumento darà agli utenti maggiore controllo sui dati che siti ed applicazioni condivideranno con Facebook. Gli utenti potranno cancellare la loro storia e disabilitare la condivisione di dati. A livello tecnico i dati non saranno realmente cancellati, ma resi anonimi.
Cosa significa per gli utenti?
Attraverso questo strumento potranno sapere quali siti utilizzano il tracciamento di Facebook e come. Se dovessero disabilitarlo non riceveranno più pubblicità in base alla loro attività sui siti esterni a Facebook.
Cosa significa per le aziende?
Naturalmente continueranno ancora a ricevere dati aggregati per valutare le performance delle proprie campagne. Facebook ha precisato che non ci saranno cambiamenti nei sistemi di reportistica. Ciò che non sarà più possibile fare è profilare gli utenti in base al loro comportamento sul sito aziendale. Non si potrà più fare remarketing a quegli utenti che, dopo aver disabilitato la condivisione dati, visitano il nostro sito. Facebook quindi raccomanda alle aziende di modificare le strategie dei prossimi mesi.
Cosa ci aspetta in futuro?
Molti marketers vedono in questo strumento l’ennesimo colpo alla pubblicità su Facebook e parlano, come tante altre volte, di abbandonare la piattaforma. Altri identificano lo strumento stesso come un metodo di profilazione, supponendo che gli utenti che non lo utilizzeranno siano più disposti a ricevere pubblicità e quindi più avanti nel marketing funnel.
Dal canto suo, Facebook prospetta un effetto positivo per le aziende nel lungo termine e dichiara che quando gli utenti sono informati, e possono decidere circa l’utilizzo dei propri dati, hanno una disposizione migliore verso le pubblicità e le aziende con cui interagiscono.
Nella realtà a determinare l’entità di questo cambiamento saranno la forza e le modalità con cui Facebook comunicherà l’esistenza di questo strumento. Infatti il network ha più volte dichiarato che il comportamento degli utenti dopo lo scandalo “Cambridge Analytica” non è praticamente cambiato.
Quello che sicuramente i professionisti del marketing non possono ignorare è la direzione presa da Facebook, e non solo, per proteggere la privacy degli utenti. In questa ottica è evidente che sarà sempre meno fruttuoso puntare su attività di promozione saltuarie non coordinate, mentre l’obiettivo deve essere quello di creare una community attiva e coinvolta. Un obiettivo che può essere raggiunto esclusivamente seguendo una strategia di marketing ben strutturata.
Qual è il vostro punto di vista sullo strumento Clear History? Fatecelo sapere nei commenti o sulla nostra pagina Facebook
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