Il 2016 è stato un anno importante per l’e-commerce in Italia, che inizia lentamente a colmare il divario con gli altri Paesi europei. In Italia sono state 16 mila le aziende che hanno fatto commercio elettronico nel 2016 e nel 2025 arriveranno a 50 mila. Un terzo di esse è localizzato in due regioni: Lombardia (3 mila) e Lazio (1.840). Seguono Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Toscana.
Gli italiani che hanno accesso a internet utilizzando i vari dispositivi (desktop, smartphone e tablet) sono 28,7 milioni di cui 21,8 milioni , hanno visitato almeno una volta un sito o l’applicazione dedicata all’e-commerce. Il valore del fatturato dall’e-commerce è stato stimato in 28,8 miliardi di euro nel 2016 mentre fatturato delle vendite on line è cresciuto complessivamente del 19% rispetto al 2015. Il settore dei centri commerciali on line, tuttavia, è quello che è cresciuto maggiormente (+140%), grazie alla presenza di grandi player internazionali e al progressivo assorbimento di categorie merceologiche e della relativa quota di mercato di altri settori, come elettronica di consumo, moda e alimentare. Nella distribuzione del fatturato e-commerce i settori del tempo libero e del turismo, ovvero i settori più maturi, rappresentano complessivamente oltre tre quarti del mercato. Il settore del tempo libero, in particolare, è cresciuto grazie alla ripresa del tasso di crescita del gioco on line, dopo un periodo di stasi. Altri settori come editoria, moda, casa e arredamento e salute e bellezza registrano una crescita ma con un fatturato on line ancora ridotto in termini assoluti e proporzionalmente al mercato e-commerce nel suo complesso. Per quanto riguarda l’editoria, la crescita è alimentata unicamente dall’incremento del consumo di prodotti digitali che in parte sopperisce al calo del cartaceo. L’unico settore che ha registrato una contrazione nel 2016 è l’elettronica di consumo (-15%), che non riesce a contrastare la concorrenza dei centri commerciali on line e perde quindi parte del proprio fatturato on line.
Principali trend dell’e-commerce in Italia:
- Mobile first: In Italia il mobile è ormai un canale fondamentale sia per la vendita online ma anche come generatore di traffico. Questo sia grazie agli investimenti effettuati, sia grazie alla progressiva evoluzione delle abitudini dei consumatori. Dopo aver acquisito confidenza con il settore gli utenti si dimostrano più propensi a concludere l’acquisto su questo settore acquistando prodotti tramite il sito mobile o l’app di operatori a loro familiari, che gestiscono la vendita su mobile con app o siti dedicati, tra cui Amazon, Zalando, Yoox, Easyjet e altri.
- Big player: I grandi player internazionali crescono maggiormente grazie ad acquisizioni e fusioni, posizionandosi in settori chiave come quello alimentare, della moda e dei servizi ed investendo molto in advertising ed innovazione tecnologica.
- Pubblicità televisiva: Il business dell’E-Commerce non vuole però escludere la pubblicità televisiva, infatti quest’ultima serve comunque ai vari brand per farsi conoscere il e sviluppare le vendite on-line. La tv è vista come un mezzo efficace per raggiungere i consumatori italiani, creare fiducia nel brand e potenziare gli investimenti fatti sul digitale
- Sharing economy: La sharing economy promuove forme di consumo basate sull’accesso e sulla relazione piuttosto che sul possesso. I settori che oggi risultano essere maggiormente coinvolti sono il turismo, i trasporti, i servizi professionali, il food, il wellness ed in senso ampio lo scambio o il prestito di beni.
- Loyalty program: Favorire gli acquisti ripetitivi e aumentare la fedeltà dei clienti son o aspetti molto importanti. I loyalty program integrati alle App, all’e-mail marketing e i social media rappresenta un’opprtunità che è presa in considerazione dalla maggior parte delle aziende. Nel settore turistico si sta assistendo ad una fase di rinnovamento degli ambiti di fedeltà, mentre in altri ambiti risultano apprezzate le possibilità di riconoscere il cliente aggregando l’acquisto in negozio a quello on line, applicare logiche di game mechanics e attuare nuovi strumenti di business intelligence.