“Senza cambiamento non c’è innovazione, creatività o incentivo al miglioramento.
I Primi avranno migliori opportunità ti gestire l’inevitabilmente cambiamento!”
Ogni giorno una quantità crescente di servizi e dispositivi per la realtà virtuale e la realtà aumentata viene immesso sul mercato.
I primi a muoversi in questo senso, oltre ad alcune start-up innovative, sono state le aziende produttrici di videogiochi.
Tutti i “Gamer” sanno da decenni ormai che il futuro è lontano dalla televisione e tutti abbiamo avuto in mente il classico visore di Futurama che veniva usato per navigare nel web e per giocare.
Negli ultimi tempi, grazie ad una serie di cambiamenti tecnologici di cui parleremo successivamente, si è osservato un “allontanamento” dal mercato dei videogiochi.
Questi sistemi, infatti, vengono oggi usati principalmente per creare un’esperienza immersiva, in questo modo si vuole far sentire il consumatore al centro della comunicazione, l’esperienza che viene disegnata non è rigida e le conseguenze dipendono letteralmente dalle tue scelte.
La storia di questi dispositivi è molto più lunga di quello che si può pensare.
Pensato (e realizzato) per la prima volta nel 1962 da un regista di Chicago che aveva pensato un qualcosa che andasse oltre al cinema e che coinvolgesse tutti i sensi dello spettatore.
Successivamente nel 1977 nell’MIT di Boston venne creato il primo ipermedia e il primo sistema di realtà virtuale; chiamato “Aspen Movie Map” era pensato come una video guida che permetteva di camminare per le strade della famosa metà sciistica in estate, in inverno o a “poligoni”.
Da quei giorni molti passi sono stati fatti e sul mercato diversi brand (Google, Ocolus e Samsung sugli altri) hanno lanciato il proprio visore.
Ocolus e Samsung hanno una tecnologia superiore rispetto a Google anche se, è proprio grazie ai Google Carboard Glass che si stanno ponendo le basi per quella che rischia di essere una rivoluzione.
Mentre i primi 2 sistemi costano 300€ e 200€ il visore di Google è acquistabile per meno di 10€!
Questo cambia radicalmente le cose dal punto di vista del marketing in quanto, anche le attività più piccole possono lanciare una campagna con questo sistema!
Per meglio spiegare le possibilità di questo strumento vi riporto di seguito due campagne di realtà aumentata: North Face e Marriott Hotels.
North Face:
L’azienda californiana ha deciso di creare una campagna all’interno degli store di Chicago, New York, San Francisco e anche in Korea.
Una volta scelto il capo di abbigliamento che si vuole acquistare un commesso chiede se il cliente vuole “provare” il prodotto, a questo punto gli vengono passati dei visori (Google Card in USA e Ocolus in Korea).
Grazie a un’applicazione creata da North Face “North Face VR Experience” il consumatore può vivere avventure virtuali.
In America i consumatori potevano scegliere tra diversi scenari come lo Yosemite National Park (il parco dell’orso yogi NdR) o il deserto dello Utah mentre, in Korea, lo scenario era una corsa con una slitta nel circolo polare artico.
Come sostenuto dal CMO dell’azienda ogni brand cerca di creare un legame emotivo con i propri clienti e la mission di questa campagna è quella di stimolare la voglia di esplorare e di viaggiare ed inserirla in contesto Retail.
https://www.youtube.com/watch?v=9gwgOD5sYaQ
Marriott Hotels:
Marriott hotels, ha creato una serie di attività di marketing con il supporto di supporti per la realtà aumentata.
Nel video qui disponibile sono stati installati fuori dal “United State Court House” di New York, dove ogni giorno decine e decine di coppie si scambiano la promessa di matrimonio, quelli che dovrebbero essere delle capsule di teletrasporto.
Qui dentro i novelli sposi vengono equipaggiati con un sensore per la realtà aumentata e vengono immediatamente spostati in diversi posti del mondo, Cile, Cina, Ruanda, Hawaii, Londra ed altre.
https://www.youtube.com/watch?v=i6yMqXLnpN4&t=3s
Seppur condividendo lo stesso strumento, la campagna di North Face è sensibilmente diversa rispetto a quella di Marriott Hotels ; l’origine di questo è da riscontrare nei diversi obiettivi perseguiti dalle due aziende. North Face vuole creare un’esperienza di consumo attiva, cercando di infondere i valori della marca nell’esperienza di acquisto, Marriott invece vuole far toccare concretamente l’esperienza che offre, anticipando la prova del servizio nella Consumer Decision Journey (cronologicamente parlando)!