“Non riesco ancora a credere a quanto il mobile stia cambiando il nostro modo diinteragire con i consumatori. Noi Dobbiamo imparare ad utilizzarli!
Joel Anderson – CEO di WallMart
L’e-commerce è uno dei settori, a livello globale, che ha fatto registrare negli ultimi anni il maggior tasso di crescita sul mercato.
Da quanto sono stati introdotti i primi “negozi digitali” nascono intorno al 1982, questi in principio erano stati pensati prevalentemente per lo scambio di informazioni e documenti tra le più grandi aziende attraverso la tecnologia VideoText (quella del televideo per intenderci).
Il salto di qualità si è avuto intorno al 1984 quando è stata utilizzata un’infrastruttura di rete EDI (Electronic Data Interchange), collegandola ad internet si creò un sistema idoneo allo sviluppo dei futuri e-commerce.
Nel 1994 poi, Netscape, creò i primi software di navigazione con protezione di dati, dando la possibilità agli utenti di non essere vittima di furti di dati.
Grazie a questa ultima implementazione, nel 1995 ebay e Amazon videro la luce!
Dal 1995 ad oggi molti passi sono stati fatti e l’e-commerce, nel nostro paese, costituisce il 2% del PIL e i tassi di crescita del futuro sono molto ampi, arrivando addirittura al 600% per il mercato del vino!
Ad oggi, i primi 10 siti di e-commerce italiano toccano “solo” 3 mercati (Turismo, Centri Commerciali e Moda).
Queste realtà sono tutte Multinazionali operanti in diversi paesi, questi hanno una profonda conoscenza dello strumento e-commerce e le strategie di implementazione altamente focalizzate al raggiungimento degli obiettivi di marketing.
Ma quali sono le discriminanti di successo per un e-commerce? Che tipo di esperienza cerca un consumatore digitale?
Il creatore di AliBaba sostiene che la prima cosa che ricercano i consumatori è l’affidabilità!
Mancando un contatto fisico con il produttore, il punto vendita e il prodotto finale, il consumatore (soprattutto per alcune categorie merceologiche) il consumatore non ha le stesse basi analitiche per valutare l’acquisto.
Per questo motivo la Brand Reputation è una delle discriminanti di successo per le aziende che vogliono operare nel settore del commercio online; per darvi un’idea del fenomeno pensate a tutte le policy di riconsegna o cambio della merce che i principali siti di ecommerce utilizzano per mettere il consumatore nella situazione più agevole per effettuare l’acquisto.
Nonostante questa barriera all’acquisto, le aziende hanno lavorato duramente per fornire ai consumatori un’esperienza soddisfacente e sicura, infatti oggi moltissimi consumatori acquistano online.
Quasi 2 miliardi di persone hanno effettuato almeno un acquisto online (dati 2015) e che una persona su cinque ha effettuato almeno un acquisto online negli ultimi 30 giorni.
Per quanto riguarda l’agroalimentare, si è osservata una grande espansione del comparto Bio di circa il 70% nel 2016, uno dei tassi di crescita più alti riscontrati per l’economia italiana!
Ma quali sono i vantaggi che può avere un’azienda nell’implementazione di un e-commerce?
L’introduzione di un e-commerce è utile per raggiungere una pluralità di obiettivi, i più “ricercati” sono:
- Incremento del fatturato;
- Introdurre un elemento di differenziazione nella distribuzione del prodotto;
- Espandere i limiti geografici della distribuzione;
- Costruzione di un’immagine digitale.
Affinché una strategia digital abbia successo è fondamentale integrarla con un piano strategico di lungo periodo, l’introduzione dell’e-commerce deve essere fatto assicurando coerenza con l’identità aziendale.
In Italia il settore meno sfruttato dalle aziende operanti nel settore è il comparto agroalimentare che, al pari dei prodotti per animali domestici, ricoprono le ultime posizioni della classifica.
Quali sono le motivazioni di questi risultati?
La mancanza di un player e la scarsa applicazione di questo strumento nelle realtà della PMI italiana.
L’assenza di un player di dimensioni importanti rende più difficoltosa la creazione di una serie di “Best Practice”, necessarie per dare a tutti gli operatori una base minima dal quale partire.
Per quanto riguarda il basso tasso di adozione (occorre ricordare che circa il 50% delle aziende italiane non hanno un sito web) il problema è culturale.
In Francia e Spagna, economie per il quale il settore agrario ha un peso comparabile con il sistema Italia, ottengono dei risultati nell’ordine di 5-6 volte superiore in termini di commercio digitale.
L’e-commerce può così essere sfruttato per creare un vantaggio competitivo per la tua azienda agroalimentare!