Il Convegno del Sole 24 Ore: “Cyber Security. L’evoluzione della sicurezza nell’ecosistema 4.0” affronta temi attualissimi e di grande rilievo, specialmente per le PMI che vogliono rimanere a passo con i tempi, sfidando il Crime in Rete.
Il 22 novembre 2017, si è tenuta a Roma presso la Facoltà di Ingegneria dell‘Università “La Sapienza” la 2° Tappa del Roadshow “Cyber Security. L’evoluzione della sicurezza nell’ecosistema 4.0“, organizzata da Il Sole 24 Ore con CINI, Unindustria e la partnership di IBM, Tim e Audi.
L’incontro ha dato la possibilità di far confrontare università, istituzioni, aziende e associazioni di categoria, con il fine di informare sul tema della sicurezza informatica e sulle ricadute del fenomeno sul sistema imprenditoriale.
Il digital ha trasformato la vita di tutti i giorni, il lavoro delle imprese e i processi di produzione delle industrie, la comunicazione in sè. Una rivoluzione che ha arricchito e favorito le relazioni tra persone, aziende ed istituzioni, ma ha anche fatto dilagare il Crime sul Web.
Qual è la situazione in Italia?
Le PMI italiane sono caratterizzate per l’arretratezza tecnologica e la scarsa digitalizzazione. Questo non è certamente un dato positivo per la produttività, ma lo è per gli attacchi informatici. Non per questo le nostre imprese sono escluse dagli attacchi cyber, infatti nel 2017 si è registrato un aumento del 7%. Secondo i dati raccolti dalla Banca d’Italia nel 2016, il 47% delle PMI italiane hanno subito degli attacchi informatici. Le grandi organizzazioni e le grandi aziende subiscono centinaia di attacchi al giorno.
Non bisogna dimenticare che gli attacchi alle aziende costano in media 11,7 milioni di dollari l’anno. Anche per questo motivo è necessaria una cultura aziendale che consideri il rischio di sicurezza informatico non soltanto come una questione tecnologica. Per rimediare alle violazioni cyber servono mediamente 50 giorni e già l’80% delle aziende europee ha subito almeno un attacco informatico.
La Digital Trasformation è vicina; il tessuto imprenditoriale italiano è composto principalmente da piccole e medie imprese per cui è doveroso attrezzarsi per ottenere la protezione dei dati e la sicurezza delle reti.
Sta crescendo la sensibilità da parte delle imprese e del Governo, che lo scorso hanno ha speso 1.224 milioni di euro per investire sulla Cyber Security.
Le PMI spendono poco più di 250 milioni per le soluzioni di information security, invece le grandi imprese 972 milioni (nel 2016). Nelle piccole e medie imprese non è presente un utilizzo maturo e consapevole delle soluzioni di information security.
I dati e i processi, oggi in rete, possono facilmente diventare accessibili, quindi violabili. Ciò comporta dei rischi per la sicurezza comune, che devono essere superati con la fiducia digitale. Ma la quantità di minacce proveniente dalla Rete è così grande che è impossibile affidarsi ad una sola tecnologia, come potrebbe essere la crittografia. La strada da percorrere è sicuramente ancora lunga, ma sta crescendo la consapevolezza dei rischi; tanto che sono state elaborate delle soluzioni per cercare di risolvere la questione Cyber Security.
Analisti di sicurezza rapidi e precisi, intelligenza artificiale aumentata, maggiore diffusione della cultura della sicurezza informatica per aumentare la consapevolezza, cooperazione tra pubblico, privato ed istituzioni: questo è l’inizio di un piano per combattere il Cyber Crime collaborando insieme.
Il Governo ha messo in atto una riforma “Piano 4.0” per rafforzare i diritti fondamentali nell’era del digital e per facilitare le imprese semplificando le norme per le società del mercato unico digitale.
Più nello specifico, per le aziende i vantaggi saranno: stesse regole per tutte le imprese, unica legislazione paneuropea, una sola autorità di vigilanza e neutralità tecnologica.
La sicurezza online sarà un tema sempre più importante in futuro e riguarderà sia le aziende sia le persone comuni. La Cyber Security sarà anche in Italia imprescindibile nei programmi di difesa del paese.