“SEO copywriting” è una dicitura che suona robotica, quasi ostile nel suo tecnicismo. Eppure per capire di cosa si tratti basta:
- avere una connessione a internet
- fare un salto dentro Google, Bing o un altro motore di ricerca
- digitare una query o chiave di ricerca dettata dal momento (tipo “pizza a domicilio” quando si ha voglia di pizza ma non di fare file interminabili nelle pizzerie d’asporto)
- dare un’occhiata ai risultati che balzano in testa ai motori di ricerca per “pizza a domicilio” (esclusi quelli a pagamento, contraddistinti dalla dicitura “annuncio”)
Ebbene, i risultati che sono in lizza ai motori di ricerca e che ci sono arrivati SENZA essere a pagamento sono anche opera dei SEO copywriters. Questi ultimi, grazie alle loro capacità di scrittura e al loro lavoro di ricerca e monitoraggio delle parole chiave, hanno sfornato contenuti di qualità orientati alle ricerche degli utenti. Contenuti quindi utili, interessanti, che convogliano i visitatori nei siti aziendali facendone potenziali clienti.
Ed è proprio qui che sorge il dilemma più problematico ma anche più avvincente del SEO copywriting: “come scrivere un contenuto di qualità?“. Per saper rispondere a questa domanda ogni SEO copywriter dovrà avere alle spalle
- una cultura di settore che spazia da mostri sacri della comunicazione come David Ogilvy agli influencer di ultima generazione come Giorgio Taverniti e Riccardo Esposito
- un blog che funga da palestra per la sua scrittura, da laboratorio per i suoi esperimenti di ottimizzazione SEO e da vetrina per i suoi lavori
- tools come Seozoom o Semrush per le indagini sulle keywords più gettonate. Strumenti ahimè a pagamento ma la cui efficacia vale ogni abbonamento mensile effettuato
- il saper penetrare nei bisogni dei visitatori che muovono le loro ricerche su Google
Molto, molto importante per il SEO copywriter è anche il verticalizzarsi su una tematica ben precisa (che può essere la stessa scrittura creativa, l’arredamento, il business, il food o altro) o su un servizio (il web design, una SEO che vada oltre la scrittura di contenuti ottimizzati, il social media marketing o altri servizi di cui la lista è ancora lunga). Questo ne va della sua stessa sopravvivenza nell’ormai saturo mercato dei copy.
Nel duro mondo dei copy tuttavia vige ancora una legge inviolabile: il contenuto è il re. E un contenuto re deve avere i seguenti requisiti:
- essere grammaticalmente impeccabile
- avere per l’appunto un’autorità “regia” circa l’argomento che tratta
- avere un titolo con tag h1 e sottotitoli con tag h2 (è la struttura di paragrafi e sottoparagrafi nota anche come “piramide rovesciata”)
- evidenziare la parola chiave con grassetti o corsivi
- mai dimenticare la descrizione, la meta descrizione e altri tecnicismi SEO (ma qui anche se non siete programmatori e avete un blog di WordPress potete provvedere a inserirli con Yoast)
Se il mondo della SEO ti appassiona non mancano i corsi, i tanti testi di settore e la voglia di metterti in gioco. Se invece sei un imprenditore e hai già altri grattacapi affidati a una consulenza SEO esterna.