Come funzionano i prestiti a fondo perduto? Quali sono i requisiti e le modalità per ottenere un prestito agevolato per la mia attività o Start Up?
Queste sono le principali domande che molti italiani si pongono dato che le informazioni a riguardo sono relativamente limitate e in questo articolo cercherò di fare luce su tale tematica.
I finanziamenti a fondo perduto sono una concessione di capitale che successivamente non verranno richieste dal soggetto che le eroga. Questi particolari prodotti agevolati sono usualmente rivolti all’imprenditoria giovanile o femminile e alle nuove Start Up, in determinate situazioni vengono però elargiti anche ad aziende già esistenti e consolidate purché investano in determinati settori considerati strategici.
Gli enti che li erogano sono generalmente tre; in alcuni casi si tratta di finanziamenti Europei mentre in altri casi sono erogati dallo Stato o dalle Regioni. La maggior parte di questi prestiti vengono concessi dagli enti Europei incaricati e vengono poi gestiti su base territoriale dalle Regioni; in tal modo si includeranno diverse tipologie di contributi a seconda della tipologia di residenza o della sede della propria azienda o della propria Start Up. I finanziamenti europei sono i più famosi ma anche quelli che maggiormente si perdono nei vari iter burocratici. Personalmente in tal caso consiglio di cercare bandi e concorsi sul sito dell’Unione Europea (http://europa.eu/index_it.htm) e di informarsi presso gli uffici della propria Regione di residenza. Tali prodotti agevolati vengono proposti con dei bandi di concorso attraverso cui si accede ad una selezione dove, tutti i partecipanti che rispettano i requisiti, verranno classificati meritocraticamente, decretando cosi chi potrà usufruire di tali agevolazioni e chi no. Un esempio di finanziamento Regionale a fondo perduto è quello della Regione Emilia Romagna che prevede prestiti per la ricerca e sviluppo di attività innovative. Quando si parla di finanziamenti elargiti dallo Stato la questione si fa più complessa. In linea di massima sono rivolti a disoccupati o all’imprenditoria giovanile o femminile ma purtroppo non vengono erogati di continuo.
Personalmente consiglio di consultare il sito http://www.impresainungiorno.gov.it/ in cui la pubblica amministrazione comunica tutte le opportunità di finanziamento alle imprese con tanti bandi e modalità per accedere ai fondi.
Andiamo adesso ad analizzare il caso “Nuove imprese a tasso zero”, la versione rinnovata della misura Autoimprenditorialità modificata e aggiornata dal Ministero dello Sviluppo Economico con il decreto 140/2015. “Nuove imprese a tasso zero” prevede la concessione di agevolazioni volte a sostenere la creazione e il sostegno di nuove micro o piccole imprese costituite prevalentemente o esclusivamente da giovani e da donne. Gli incentivi sono validi in tutta Italia e finanziano progetti imprenditoriali con spese fino a 1,5 milioni di euro. Le agevolazioni consistono in un prestito agevolato senza interessi (tasso zero) della durata massima di 8 anni che può coprire fino al 75% delle spese totali, garantendo la restante copertura finanziaria e realizzando gli investimenti entro 24 mesi dalla firma del contratto di finanziamento.
Tali incentivi sono rivolti alle imprese composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne e le imprese devono essere costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda. I settori soggetti a possibili finanziamenti sono il turismo, la produzione di servizi alle imprese e alle persone, il commercio di beni e servizi e la produzione di beni nei settori dell’industria, artigianato e trasformazione di prodotti agricoli. Sono ammessi anche i progetti riguardanti la filiera turistico-culturale, intesa come attività per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale, e l’innovazione sociale , intesa come produzione di beni e fornitura di servizi che creano nuove relazioni sociali o soddisfano nuovi bisogni sociali. Gli imprenditori che usufruiranno di tali agevolazioni, in virtù di un accordo tra ABI, MISE e Invitalia, potranno utilizzare conti correnti vincolati, sui quali Invitalia accrediterà i contributi, pagando così più velocemente i fornitori e riducendo l’esposizione finanziaria delle aziende. Una volta effettuata la richiesta, attraverso il sito ufficiale Invitalia, è la stessa Invitalia a verificare il possesso dei requisiti di accesso, l’esperienza lavorativa dei soci, capacità di organizzazione, mercato di riferimento con vantaggi, analisi competitività e strategie di marketing, valutazione dell’investimento in termini di fattibilità economica, spese ammissibili e garanzie fornite. Terminata questa fase la domanda viene presentata, ed entro 60 giorni, il soggetto gestore comunica al richiedente l’esito dell’istruttoria. Se l’esito è positivo, si passa alla verifica tecnica dell’investimento e della congruità delle spese indicate in domanda. Se anche questa fase viene superata favorevolmente, entro 30 giorni, si passa alla presentazione della documentazione, stipula del contratto di finanziamento ed erogazione dell’agevolazione.
In conclusione per quanto riguarda il buon esito del progetto i risultati parlano chiaro: Invitalia ha già ammesso al finanziamento 171 nuovi progetti, di cui 76 solo in Campania, impegnato oltre 42 milioni di euro di agevolazioni, sostenuto investimenti per 65 milioni e creato circa 1.000 nuovi posti di lavoro.
Il 34,5% delle imprese finanziate è nel settore manifatturiero, a cui seguono i servizi alle persone (28,1%) e il commercio (14,6%).
Coetanei, la strada che porterà al successo sarà faticosa e impegnativa ma con sacrificio, creatività e innovazione nessun limite sarà invalicabile!