Se vi dicessimo che i politici italiani hanno più follower finti che veri, cosa rispondereste?
“So tutti ladri” non contemplata tra le risposte. Già “So tutti fake follower” potrebbe andare bene. Questi sono i dati sconcertanti dello studio proposto dal Sole 24 ore, elaborato da DataMediahub, circa la presenza infestante di account finti (con relativi numeri gonfiati) in relazione alla fanbase dei candidati politici alle prossime europee.
Ma i fake follower votano?
Questa la domanda principale a cui si dovrebbe rispondere. Se la società di consulenza/comunicazione, che segue il candidato X, decide di acquisire fake follower , che sicuramente il 26 maggio non andranno a votare, lo fa per un semplice motivo : aumentare le vanity metrics per incentivare la riprova sociale.
Quali rischi si corrono a intraprendere questa strategia?
Scegliere questa strategia può essere un duplice “suicidio” dal punto di vista della comunicazione e della piattaforma Twitter. Una delle cose che principalmente viene imputata ai politici è la mancanza di trasparenza e di veridicità delle proprie promesse elettorali. Dal punto di vista della piattaforma, visti alcuni account in cui i fake follower sono pari al 66% , si rischia concretamente di far chiudere la pagina. Immaginate che ripercussioni mediatiche si possono avere durante una campagna elettorale.
Volete saperne di più?
Vi invito ad ascoltare il mio podcast per sapere la speciale classifica dei politici più “fake” di queste elezioni.
Ascolta il podcast
di Mattia Esposito (Owner & Project Manager – Up2lab Marketing Consulting)