I tool no coding sono strumenti a volte determinanti per il successo di una nuova azienda. Succede molto spesso che un’idea potenzialmente vincente non raggiunga lo stadio di prodotto o di servizio disponibile per il pubblico perché sono terminati i fondi. La storia è piena di questi fallimenti, oppure di aziende che sono state comprate per acquistare l’idea rivelatasi giusta.
Quest’ultimo caso lo possiamo considerare un lieto fine (seppure a metà), ma come già detto succede anche di peggio. Utilizzare i cosiddetti “tool no code” con il supporto di esperti per realizzare correttamente il proprio MVP è una strada da percorrere per avere riscontri e nel frattempo trovare anche finanziatori. Tool no code? MVP? È il momento di spiegare meglio di cosa stiamo parlando.
Cosa è un MVP?
Molti in questo momento penseranno che qui si parla di business non di sport (soprattutto quelli americani). Nello sport MVP significa Most Valuable Player, cioè il miglior giocatore di una partita o di un intero campionato. Nel linguaggio del business, in particolare quello delle start-up MVP significa Minimum Viable Product, cioè prodotto minimo realizzabile.
Parliamo in questo caso di qualcosa che, seppure in forma primordiale e provvisoria, sia in grado di esprimere in modo corretto e completo l’idea di prodotto o servizio che si intende realizzare. In questo senso quando si procede alla realizzazione di un MVP vuol dire che si è già superata la fase prototipale. A questo punto del processo si hanno già ben chiare le caratteristiche definitive del prodotto. Prima di investire tempo e denaro nella realizzazione di un prodotto finito è però importante fare un test con il pubblico.
Cosa sono i “tool no coding”.
La definizione di questa espressione si presta a varie declinazioni. La definizione potrebbe far pensare a qualcosa legato allo sviluppo del codice di un’applicazione senza conoscere le tecniche di programmazione. In realtà anche questa è una parte del concetto, ma il senso di questa espressione è molto più esteso.
Per “tool” si intende strumento nell’estensione più ampia possibile, quindi parliamo di qualsiasi cosa che permetta di mostrare e spiegare al pubblico il contenuto dell’idea. Per “no coding” invece ci riferiamo al fatto che non dobbiamo assumere programmatori o tecnici per la creazione di qualcosa di necessariamente finito. L’unica cosa certa è che il risultato deve rispondere alle caratteristiche di MVP sopra esposte.
Molti esperti di estrazione americana sostengono che se un MVP costa più di 1000 dollari facendolo completamente da soli, oppure più di 3000 dollari se commissionato ad altri non è un MVP. E il tempo per realizzarlo non deve superare i 30 giorni. Mai dimenticare l’antico adagio che il tempo è denaro.
I tool no coding non software.
Un tipico esempio di tool no code che mostri un MVP e realizzare un semplice video amatoriale dove il prodotto viene semplicemente spiegato oppure addirittura palesemente simulato. Chi guarda deve solo capire che prodotto o servizio è o come funziona. Già questo strumento potrà dare tante informazioni necessarie. In questa fase sono una cosa è richiesta. L’umiltà di accettare le critiche senza prenderla sul personale e fare tesoro dei feedback ricevuti per migliorare l’offerta.
I tool no coding che riguardano i software.
In questo caso parliamo di proposte che coinvolgono più direttamente il settore informatico, creazione di applicazioni o siti internet dedicati ad uno scopo ben preciso. Si tratta di sviluppare un sito internet a costo pari a zero che in qualche modo diano la dimostrazione del servizio offerto. In questo costo zero non rientrano le nostre ore di lavoro che, come sempre detto, hanno un valore reale.
Uno dei casi più emblematici è quello di Groupon, nato su un banalissimo sito in WordPress (un tipico tool no coding) creato in breve tempo. Per la realizzazione di siti più avanzati spesso viene consigliato Webflow. Ma tornando ai video possiamo raccontare che Dropbox è nato dopo la realizzazione di un video dove un finto sito (che non esisteva) mostrava le funzioni del sito e della relativa applicazione.
Ci sono poi quei “programmi che aiutano a scrivere programmi” senza avere la minima conoscenza in fatto di programmazione, tra quelli più utilizzati ci sono Drafbit e Bubble.io. Con questi strumenti è possibile realizzare MVP funzionanti che mostrino chiaramente la caratteristica principale del software. Ripetiamo ancora una volta, non deve essere un programma completo, deve mostrare la funzione innovativa che offre e nient’altro, altrimenti non è un MVP.
I tool no coding per la realizzazione degli MVP
Come avete capito qui siamo ancora allo stadio preparatorio di una start-up dove tutto è in divenire e spesso è difficile avere le idee chiare su quello che è il percorso. La possibilità di avere anche un servizio di consulenza di base può rivelarsi determinante per il successo di una start-up. In questo modo sarete in grado di utilizzare vari tool in modo corretto ed efficace.