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Valutazione pre-money: come calcolarla

Valutazione pre-money: come calcolarla

Una delle fasi più critiche ed importanti dell’avvio di una start-up riguarda la possibilità di ottenere finanziamenti esterni, possibile solo dopo una valutazione pre-money. Questa attività propedeutica alla raccolta di finanziamenti tramite crowdfunding, o con l’intervento di venture capital o business angel è fondamentale.

Un corretto calcolo di questo parametro determinerà quanto possa essere appetibile l’investimento e per delineare l’assetto societario futuro. Quindi è interesse di tutti che la valutazione pre-money sia corretta, in modo tale che alla fine del round di finanziamento tutte le parti in causa trovino la giusta soddisfazione.

Cos’è la valutazione pre-money

Si tratta di dare una stima teorica dell’azienda sulla base delle previsioni di sviluppo attese. Come potete comprendere è sicuramente un calcolo abbastanza aleatorio, dato che non vi è mai la certezza che una start-up abbia il successo auspicato. Allo stesso tempo però, al momento della partenza del round di finanziamento, questo valore deve essere presentato ai potenziali finanziatori.

Piccoli numeri per spiegare la valutazione pre-money

Facciamo un semplice esempio per spiegare questa valutazione perché è tanto importante una volta legata a quella post-money. Se lo startupper propone una valutazione pre-money di 100 euro dell’azienda e riceve 25 euro dagli investitori, la valutazione post-money sarà di 125 euro. Questo vuol dire che nella campagna di finanziamento appena conclusa lo startupper ha ceduto il 20% della propria società. Se invece avesse ricevuto 100 euro allora lo startupper avrebbe ceduto ben il 50% della propria azienda.

Come si capisce la valutazione pre-money è molto importante per l’assetto azionario post-finanziamento dell’azienda. Se la valutazione pre-money è troppo alta allora il finanziatore potrebbe valutare come non profittevole investire una somma ingente per una minima frazione azionaria. Se invece la valutazione pre-money è troppo bassa lo startupper si troverebbe ad avere difficoltà nel controllare la nuova azienda per colpa di soci troppo ingombranti.

In genere una valutazione pre-money corretta consente di cedere una porzione tra i cinque ed il venti per cento della quote azionarie. In questi termini sia lo startupper che il finanziatore trovano un giusto riscontro ai propri sforzi.

La documentazione necessaria 

Ovviamente allegata alla valutazione pre-money dovrà essere presente ogni tipo di documentazione relativa alla nuova azienda. Dovranno essere presentati tutti i profili reddituali e finanziari previsti, oltre alle quote di mercato preventivate.

I metodi di calcolo della valutazione pre-money

Proprio perché si tratta di una valutazione che difficilmente trova una soluzione univoca, esistono numerosi metodi di calcolo. Ognuno di essi ha i suoi pregi ed i suoi difetti, quindi è necessario, in base al tipo di situazione societaria, scegliere il più adatto. In questo senso il supporto di di una società di consulenza specializzata sarà molto importante. Oggi diamo una breve spiegazione di due metodi di calcolo più utilizzati.

Venture Capital Method

Questo sistema è principalmente basato sulle attese stimate dello sviluppo dell’azienda nel medio termine. I due parametri in gioco sono il ROI (Return Of Investiment) ed il Terminal Value. Nel caso del ROI si parla di quale tipo di ritorno economico si può avere dalla somma investita. Il Terminal Value consiste nella somma che si può incassare dalla vendita delle quote dopo un periodo che va dai 5 agli 8 anni. In realtà questi due valori sono in qualche modo equivalenti ed insieme alla valutazione post-money aiuta a calcolare altri parametri.

Questo metodo è molto utilizzato dagli investitori che sono soliti muovere le proprie risorse da un’azienda all’altra nel breve e medio periodo. Per quanto in genere abbia una buona precisione, quest’ultima è possibile solo grazie ad una valutazione di personale altamente esperto e qualificato.

Il metodo dei multipli

Se il metodo precedente ha un carattere in qualche modo più speculativo, il secondo metodo esaminato valuta anche le prospettive di più lungo periodo. In questo caso si vanno a ricercare aziende già esistenti ed in qualche modo equiparabili. Sulla base dell’andamento di queste si utilizzeranno parametri come l’EBITDA (Earnings Before Interests Taxes Depreciation and Amortization) e speciali multipli specifici per area geografica e settore merceologico. In questo caso bisogna considerare che il calcolo è basato su una media ponderata di aziende equiparabili. Il rischio è quindi che non tutte le aziende dello stesso settore hanno la stessa storia di sviluppo e di crescita.

Valutazione pre-money e futuro della start-up

Come appare chiaro, per quanto sia un valore non sempre facile da calcolare, siamo di fronte ad un elemento cruciale nella fase del finanziamento della start-up. Siamo di fronte a due esigenze in parte coincidenti ed in parte contrapposte. L’aspirazione comune è che la nuova azienda abbia un successo dai grandi numeri. Dall’altra, posto che la start-up abbia ottenuto il successo sperato, sia i fondatori che gli investitori puntano alla massima quota sociale ottenibile. La verità è che la prima esigenza è quella che deve sussistere per poi prendere in considerazione la seconda. Quindi una fattiva collaborazione tra fondatori dell’azienda ed investitori è assolutamente indispensabile per il successo dell’impresa.

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